Siamo in un momento in cui nella collettività c’è un percepito e crescente bisogno di conoscenza, di comprensione, di risveglio e quindi di libertà. Gli eventi che accadono nel mondo per mano dell’uomo sono stimoli che pongono domande e innescano l’evoluzione della coscienza collettiva, di conseguenza quella individuale che ne fa parte è invitata a seguirne il flusso.

Le generazioni presenti nella società sono quelle che camminano tra i due mondi, quello di ieri che guarda al passato in maniera egoistica e non desidera evolversi e quello di domani che pensa e crede nel bene comune. Quest’ultimo si crea secondo i pensieri, i sentimenti e le azioni che generiamo nel presente cercando di scardinare dogmi e regole ormai obsolete che stridono con l’uomo nuovo, libero da imposizioni e controlli sempre più oppressivi.

Per cambiare totalmente la società devono passare le generazioni che l’hanno creata, nel frattempo è necessario che chi c’è crei le condizioni per poter fare il passaggio evolutivo e lasciare a chi verrà un mondo più sano di quello attuale. Questo pensiero potrebbe sembrare noioso e ripetitivo tuttavia l’umanità non si era mai trovata nelle condizioni attuali e in un così radicale bisogno di cambiamento.

Le generazioni passate erano semplicemente la continuazione armonica di quelle venute prima. I nostri genitori lo sono stati per i nostri nonni che a loro volta lo sono stati per i nostri bisnonni, e così via. Ora non è più così. Con la fine del 900’ e quindi anche del millennio scorso è avvenuta una netta spaccatura tra i nati fino agli anni novanta e coloro nati da 2000 in poi. I nati alla fine degli anni 90′ sono più in sintonia con i millennial. Gli anni duemila sono stati non solo l’inizio di un nuovo secolo e di un nuovo millennio ma anche di una nuova era di consapevolezza e come sempre quando si è agli albori non si possiede l’esperienza, si fanno le prove e di conseguenza errori su come affrontare l’avventura.

D’altronde anche la numerologia  insegna che per un millennio abbiamo contato gli anni con il numero 1 davanti.  L’1 è maschile, individualista e per questo a livello collettivo spesso attiva una frequenza tendente all’egocentrismo. Possiede il potenziale del guerriero e del leader che però l’umanità non ha sempre usato nel migliore dei modi. E’ anche il numero del Sole e della luce ed il genere umano è stato testimone della nascita di anime immense che hanno permesso l’evoluzione attraverso l’arte, la scienza e la filosofia. Il secolo scorso  era composto da un 1 e da un 9 apoteosi dell’ideologismo, non a caso abbiamo attraversato due guerre mondiali.
Da poco tempo contiamo con il due, ecco l’inesperienza, in generale tendiamo a pensare ancora con lo stile del secolo scorso anche se sono passati 24 anni! Il due è il numero dell’unione delle forze, di vedere nell’altro il nostro specchio, il numero dell’accoglienza, dell’altruismo, del femminile e del nutrimento materno, dei sentimenti come tesori da proteggere e usare per arricchire sé stessi ed il prossimo. Nel suo archetipo puro il due è il numero associato alla Luna simbolo di sensibilità, dolcezza e amorevole gentilezza. 

L’umanità non sa bene dove sta andando, le incertezze dovute ai tumulti mondiali crescenti minano la nostra autonomia e questo non fa altro che favorire il desiderio di liberarsi dalla vecchia energia, stantia e pesante.

In questo apparente caos c’è una notizia positiva. Tante persone vivono il bisogno di crescere spiritualmente per progredire e conoscere sé stessi, cosa tutt’altro che facile e scontata.  Questo fenomeno è in espansione e sarà impossibile fermarlo anche se poteri occulti tenteranno di farlo. Allinearsi alla propria Essenza permette di connettersi ad una Fonte inesauribile di energia, vivere appagati sentendosi di esistere per il progetto dell’Anima, saper scegliere per sé stessi senza più essere schiavi di qualcosa che altri hanno scelto per noi.

Per ciò che è stato scritto siamo in un momento che possiamo definire di “bulimia intellettuale e di conoscenza” dove le proposte di corsi nell’ambito olistico di tutti i tipi e generi esondano perché “non basta mai”. Anche questo è un fenomeno del tutto normale soprattutto per chi è all’inizio del viaggio di ricerca su di sè.

Noi di Human Project in questo senso vogliamo essere coerenti con i nostri ideali e continuare ad offrire un ventaglio di proposte formative che favoriscano una sincera crescita interiore e forniscano i mezzi per la formazione professionale nella relazione d’aiuto. Desideriamo che gli studenti che ottengono un titolo a Human Project possano essere dei fari e dei punti di riferimenti per una società sempre di più a misura d’uomo.

Andrea Masiero
Counselor, direttore Università Popolare Human Project

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